Tra i personaggi storici della Calabria ve n’è uno particolarmente misterioso la cui vita suscita particolare interesse: è Sant’Elia lo Speleota, di cui oggi, 11 Settembre, se ne commemora la morte nel paese reggino di Melicuccà.
Il suo appellativo Speleota, abitatore di grotte, sintetizza la scelta di vita che Elia intraprese: l’ascetismo, la preghiera e lo studio, che gli permisero di diventare maestro di molti monaci e santi tra cui Fantino il Giovane.
Nasce a Reggio Calabria nel 864 da genitori facoltosi, la sua vita monastica inizia con il rifiuto di sposare una nobile ragazza e con il suo primo viaggio verso Roma.
Inizialmente si ritirò nella chiesa di S.Aussenzio presso Taormina insieme a un suo parente e da qui, dopo essere scampato ad un attacco dei Saraceni che costò la vita al consanguineo, intraprese un pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo.
In questo periodo condusse una vita ascetica ed estremamente povera per poi essere accolto ed educato alla vita monastica da un monaco anziano chiamato Ignazio presso l’abbazia di Grottaferrata.
Dopo un periodo non ben precisato fu trasferito a Reggio e precisamente nel convento di Santa Lucia, dove ricevette l’abito monacale.
Qui condusse delle battaglie in difesa del convento, dove risiedeva, e dal quale fu costretto a fuggire nuovamente per salvarsi da un altro attacco saraceno.
Si trasferì a Patrasso, dove prosegui la sua vita ascetica per otto anni, risiedendo in una torre che si credeva infestata da demoni e dove costruì ottimi rapporti sociali con la popolazione e soprattutto con il vescovo.
Tornato in patria, lo Speleota conobbe Elia il Giovane presso il monastero delle Saline, quest’ultimo, noto per le sue capacità profetiche, gli predisse che sarebbe diventato il suo successore.
E così fu, Elia dovette abbandonare quindi la vita da eremita e trasferirsi in un cenobio insieme ai monaci Cosma e Vitale fino al 960.
Il cenobio fu costruito attorno ad una grotta, poco lontano dalla cittadina di Melicuccà, oggi meta di pellegrinaggio.
Qui Elia visse fino all’età di 97 anni, dedicando la sua vita alla preghiera, allo studio e all’insegnamento ai monaci più giovani che vi si recavano numerosi.
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Le notizie sono sufficienti per la maggior parte dei lettori, ma sarebbero ancora più completi se si indicasse anche che il suo corpo fu rinvenuto nel 1747 come attesta un atto notarile e che le reliquie si trovano in una chiesa di Melicuccà mentre nella Basilica di Seminara sono custoditi la testa e un braccio.
Grazie per aver inserito ulteriori informazioni sulle quali faccio le dovute precisazioni. Il ritrovamento del 1747 non viene menzionato su molte fonti, solo su wikipedia ve n’è traccia ma viene indicato come notizia senza fonte, motivo per il quale non è stato inserito nell’articolo. Per quanto riguarda Seminara, non ci sono prove certe e l’ipotesi più accreditata è che si tratti di Elia il giovane, vissuto a Seminara nello stesso periodo.