La Venezia di Hugo Pratt

Si tende a considerare i disegnatori di fumetti inferiori ai pittori o ad altri artisti, è un atteggiamento che va senz’altro rivisto e cambiato in particolare quando abbiamo a che fare con personaggi della levatura di Hugo Pratt (1927-1995).

Conosciuto più che altro per la creazione di Corto Maltese, un avventuriero  coinvolto in mille storie in luoghi tra i più esotici della terra, Hugo Pratt fu anche scrittore, saggista, chitarrista, attore e sopratutto un giramondo infaticabile.

In questa scheda non descriverò né la sua vita né le sue opere in generale, limiterò lo sguardo al suo amore per Venezia dove soggiornò a lungo, percorrendone le calli più nascoste e visitando le taverne più fumose con i suoi amici.

Questo suo amore per Venezia, per la laguna e i suoi abitanti, è stata riportata tramite la sua arte nei suoi fumetti, in avventure di Corto Maltese. Disegni molto particolareggiati, forse con più dettagli che si possono trovare in una fotografia perché il disegno può riportare sensazioni che solo un artista può comunicare.

Conoscevo la sua produzione, avevo letto diversi suoi fumetti con Corto Maltese, tuttavia l’aspetto strettamente veneziano di Hugo Pratt mi mancava… ma naturalmente Venezia è magica, quindi nulla di strano se una sera, durante una delle mie passeggiate nelle calli non frequentate dalle orde di turisti, nei pressi della Chiesa di Santa Maria Formosa una mano misteriosa mi portò alla più straordinaria e inusuale libreria che abbia mai visto: la Libreria Acqua Alta.

In questo locale stracolmo di libri ammassati senza apparente ordine, che solo in una città come Venezia può nascere e vivere, ho scovato – forse su suggerimento di uno dei gatti che sornione sonnecchiava tra i libri – il volume “Favola a Venezia“, un racconto di un’avventura di Corto Maltese intrisa di misteri legati anche al mondo della massoneria (tra l’altro pare che Hugo Pratt, come suo padre, fosse un massone).

Innumerevoli tavole che illustravano questa storia, ambientata in epoca fascista, riproducevano luoghi di Venezia, campi e chiese, ponti e statue, che avevo visitato e ammirato: alcuni di questi luoghi erano più che individuabili, se ne sentiva la sostanza, si avvertivano gli odori e i suoni.

Accanto alle zone riconoscibili da tutti in quanto famose, vi erano angoli di Venezia quasi nascosti, la parte che raramente un turista frettoloso vedrà, gli  scorci che mostrano l’essenza di Venezia, quella dei campielli e dei pozzi, delle vecchie porte che celano minuscoli giardini, delle osterie dove sostare e dei ponti da attraversare rapidamente.

Era la Venezia, quella ritratta da Hugo Pratt in queste tavole, degli anni passati quando non c’era ancora il turismo di massa, dove si poteva passeggiare e sostare in tipici locali chiacchierando con i gestori senza neppure avere l’obbligo di consumare.

Un mondo oramai scomparso, poco di autentico resta a Venezia, forse i gatti sono gli unici che possono ancora raccontarci le favole di cui è impregnata la laguna… ma li raccontano esclusivamente a chi ha il tempo di sostare ai bordi di uno degli innumerevoli pozzi così da dialogare con loro.

By Marco Mattiuzzi
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