In questo articolo racconterò la storia e la leggenda di San Mercurio da Cesarea, patrono della città di Seminara (RC).
Mercurio da Cesarea fu un Santo il cui culto arrivò nella cittadina calabrese attraverso i monaci greci oltre mille anni fa, a lui fu dedicato il Monastero delle Clarisse, posto sul pianoro di San Marco.
Il culto di San Mercurio è fortemente legato all’aspetto economico più importante di Seminara, ovvero l’olivicoltura.
Si narra che il popolo attendesse San Mercurio la notte del 25 Novembre, durante la quale il Santo era solito uscire con il suo cavallo e con l’intento di percuotere i maestosi alberi di ulivo secolari che circondano Seminara.
Curiosamente, infatti, la notte tra il 24 e 25 Novembre a Seminara acqua e vento la fanno da padrone.
Anticamente era il periodo in cui si iniziava a raccogliere le olive, oggi anticipato di un mese a causa del cambiamento climatico e delle nuove tecnologie.
Era il momento in cui i contadini finalmente raccoglievano i preziosi frutti e monetizzavano il loro duro lavoro.
La vita
Il racconto della vita di San Mercurio ci dice che nelle campagne contro i barbari, a cui egli prese parte, si distinse per il valore militare; un angelo gli dava continuamente sostegno e incoraggiamento.
Per questo motivo fece una rapida carriera e giunse fino al grado di generale.
Scoppiata la persecuzione fu accusato di essere cristiano e confermò l’accusa davanti all’imperatore.
Fu condannato a morte e sottoposto ad aspri tormenti. Quando subì il martirio aveva 25 anni. Era di corporatura imponente, splendido alla vista, biondo e con le guance rosate.
Letteratura
Sulla raccolta di testi medievali di Jacopo da Varazze, la celebre Leggenda Aurea, esattamente nel Passio Mercuri, san Mercurio viene descritto come l’assassino di Giuliano l’Apostata.
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La leggenda
Così la racconta l’autore: si legge nella storia di S. Basilio che quando Giuliano arrivò a Cesarea di Cappadocia Basilio gli andò incontro e gli offrì in dono un pane d’orzo.
Giuliano indignato non volle prenderlo e mandò in cambio al santo un po’ di fieno con queste parole: “Ricevi questo dono simile a quello che mi hai offerto”.
Basilio, infuriato, rispose: “Io ti ho mandato il cibo che noi stessi mangiamo e tu il nutrimento delle tue bestie”.
E Giuliano furente: ”Quando avrò conquistata la tua città la distruggerò e farò arare la terra onde si possa chiamare piuttosto nutrice di biade che di uomini”.
La notte dopo S. Basilio vide in sogno una gran moltitudine di angeli nella chiesa di S. Maria.
Fra di loro stava una donna seduta su di un trono, madre di Basilio, e diceva ai presenti: “Chiamatemi Mercurio perché uccida Giuliano l’Apostata poiché ha bestemmiato contro mio figlio e contro di me”.
Mercurio era un soldato che Giuliano aveva fatto uccidere per la sua fede e che era stato sepolto proprio nella chiesa di S. Maria.
Subito si presentò S. Mercurio con tutte le sue armi e si preparò a combattere in ubbidienza alla Vergine.
Basilio stupefatto andò là dove era la tomba di Mercurio, l’aprì e non vi trovò né il corpo né le armi del defunto Mercurio. Chiese al custode chi avesse portato via le armi e quello giurò che c’erano ancora prima che scendesse la notte.
Se ne andò Basilio e ritornò la mattina ed ecco che ritrovò nella tomba il corpo del martire con le sue armi fra cui la lancia bagnata di sangue.
Li vicino vi era un soldato che raccontava ai presenti: “Mentre l’imperatore Giuliano era fra le sue guardie venne un cavaliere sconosciuto ricoperto delle armi e con la lancia in mano. Coraggiosamente si slanciò contro l’imperatore, con la lancia lo trafisse e subito scomparve”.
Si racconta che Giuliano, prima di morire, si riempì le mani di sangue e lo gettò in aria dicendo: “Galileo hai vinto!” Con queste parole miseramente spirò e fu lasciato insepolto dai suoi.
I Persi lo scuoiarono e con la sua pelle fecero un tappeto per il loro re.
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