Bagnara Calabra è una cittadina sul mare in provincia di Reggio Calabria, con davanti a se lo Stretto di Messina e alle spalle una montagnola brulla, aspra e inospitale ma ricca di storia e significati: su di essa, nei secoli, si è realizzato il sentiero di Monte Cocuzzo.
Il sentiero, che fa parte della rete dei sentieri della Costa Viola, prende il nome dall’omonimo monte che sovrasta la periferia Sud del caratteristico centro reggino.
Storie di Uomini e Donne
Sul sentiero le infaticabili ‘bagnarote’ decantate da Vincenzo Spinoso andavano su e giù con ceste cariche d’uva per portarle al “parmentu”, oggi una casetta abbandonata nella zona più in alto del torrente Sfalassà, per macinare il frutto.
L’altra caratteristica di Monte Cocuzzo riguarda la pesca: era una delle postazioni principali per i pescatori di pesce spada, da qui alcuni uomini si appostavano per segnalare la presenza di pesci a chi stava in mare, usando delle improvvisate bandiere.
Sempre lungo il sentiero si trova una grotta, datata 1905, usata come rifugio durante la guerra, un breve percorso sotterraneo che oggi spunta proprio sotto il ponte dell’autostrada.
Un sentiero da recuperare
Oggi le stradine che compongono il sentiero di monte Cocuzzo sono dissestate. Quella che può essere una risorsa per il turismo locale oggi è dominio incontrastato di rovi e piante selvagge, ed è un vero peccato.
Oltre che risorsa per il turismo, il sentiero sarebbe anche una prova fisica e spirituale per chi lo percorre, perché la salita è durissima, ma una volta saliti in cima, la vista di Bagnara diventa completamente nuova e da li si può guardare e immaginare una Calabria diversa.
Buongiorno. Quanti ricordi legati a quel sentiero quando nei mesi di maggio/giugno degli anni 60/70 lo percorrevamo – io, Guglielmo Caratozzolo ed il compianto Cecè Parisio- (dopo una faticosissima ascesa) per sistemarci vicino a quella casetta rossa che non so se esista ancora e passare intere giornate nella “pia illusione ” di riuscire ad impallinare un adorno (cosa mai riuscitaci). Però il panorama era spettacolare con lo sguardo che spaziava dallo stretto fino al Sant’Elia; niente selvaggina ma una giornata all’insegna dell’aria pura e delle gran risate, soprattutto dopo che la colazione al sacco di uno di noi fu “aggredita” dalle formiche…………….bei tempi andati !!!