Il Torrone di Bagnara Calabra IGP | Una tradizione contemporanea

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In Italia ci sono 130 prodotti con il marchio IGP, il più famoso è probabilmente l’Aceto Balsamico di Modena; 6 di questi si trovano in Calabria e tra questi il Torrone di Bagnara Calabra.

Un marchio prestigioso

Il termine IGP, acronimo di Indicazione Geografica Tipica, viene assegnato a un prodotto quando sua la produzione o trasformazione o elaborazione avviene in un’area delimitata.

Il Torrone di Bagnara Calabra diventa IGP il 14 Agosto del 2014, grazie alla lungimiranza dei pasticceri bagnaresi che negli anni precedenti hanno investito molte energie per ottenimento del prestigioso marchio.

Il tempo gli ha dato ragione, la produzione del Torrone nei primi cinque anni è, infatti, decuplicata, passando dai circa quattrocento chili del 2014 ai quasi quattromila del 2018.

L’origine

La produzione del torrone arriva dalla Spagna e precisamente da Alicante attorno al XVI secolo grazie ai monaci benedettini che si erano stanziati a Bagnara Calabra.

Molti di loro vivevano nell’abbazia di Santa Maria e i XII Apostoli e, da li, hanno diffuso la conoscenza del torrone nei territori circostanti.

Non solo in Calabria ma anche in Sicilia dove i monaci possedevano numerosi borghi e parrocchie.

Un prodotto unico

La particolarità è nella tecnica di produzione

Gli ingredienti vengono cotti a 180/200°C per il tempo necessario affinché la mescola assuma il colore marrone detto “a manto di monaco”.

Si continua con una cottura lenta durante la quale è necessario mantere il giusto equilibrio tra quantità di miele e umidità per ottenere la consistenza desiderata.

Infatti ciò che caratterizza il Torrone di Bagnara, in particolare il Martiniana, è proprio la cosiddetta “rottura vitrea”, la cui riuscita dipende soltanto dalla bravura del maestro.

Il gusto

Oltre alle mandorle e al miele vengono utilizzati altri aromi, tra cui la cannella e i chiodi di garofano.

La consistenza finale, friabile e successivamente scioglievole, dipana in bocca l’equilibrio dolce-speziato dei suoi ingredienti.

La sensazione iniziale di brulè, dove la dolcezza del miele viene bilanciata dalle mandorle o dal cacao amaro, finisce con una nota speziata che lascia il palato pronto per un altro morso.

Un reggino per la regina …

Il Torrone di Bagnara Calabra era uno dei dolci preferiti dalla regina Margherita di Savoia che non faceva mai mancare il dolce reggino sulla propria tavola.

Il suo apprezzamento fu tale che nel 1889 la regina consentì, al maestro Cardone, il diritto di utilizzare lo Stemma Reale.

… e per tutto il mondo

Oggi il dolce calabrese è esportato in tutto il mondo, dall’Australia agli Usa e in ogni altra parte del pianeta dove vivono dei calabresi.

Gli sforzi e gli investimenti dei pasticceri bagnaresi, che hanno fatto conoscere il prodotto anche all’Expo di Milano del 2015 e in tante altre altre realtà internazionali, hanno dato il loro frutto.

Il Torrone di Bagnara Calabra IGP non è solo un dolce, è il simbolo del genio calabrese in formato finger food.

Leggi anche: Costa Viola – Il sentiero dell’uva


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By Antonio Casella

Sognatore e inguaribile romantico, fervido credente della potenza della coesione sociale, frequentatore di piazze e salotti, ama imparare ascoltando gli altri. Fonico di professione e divulgatore per passione, nel tempo libero organizza eventi culturali nella sua Seminara. È uno dei fondatori di Kalanèa.it, le sue muse ispiratrici sono i suoi ulivi secolari e Milù, il suo gatto.

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