Conosciuta anche come Uta di Naumburg, è raffigurata in una statua presso il duomo dell’omonima città tedesca
Quasi tutte noi, da bambine, a questa domanda abbiamo risposto, guardandoci allo specchio: “Sei tu la più bella, sei tu”.
È la frase più conosciuta del celebre cartone animato Biancaneve tratto dalla favola dei fratelli Grimm e prodotto da Walt Disney.
Dentro questo celebre racconto si nasconde una piccola, ma neanche tanto piccola, curiosità.
Se ad ispirare la figura della dolcissima Principessa Biancaneve fu Betty Boop un personaggio dei fumetti americani, la perfida Regina Grimilde, donna angelica dal fascino perverso fu un’aristocratica sassone, bella e altera, realmente esistita: Uta di Ballenstedt.
Regina e moglie senza figli, sfuggita al rogo dopo aver subìto un processo per stregoneria, in età romantica fu acclamata come simbolo di bellezza germanica e icona di virtù femminili.
Nel famoso lungometraggio prodotto da Disney, Grimilde prende anche alcune sembianze di Joan “Dark Lady” Crawford, questo per renderla più cattiva.
Le belle sopracciglia “arcute” e le bellissime e sottili labbra per poi ricalcare perfettamente la figura di Uta: il volto, il corpo e le vesti.
A dare il placet al convincimento di Walt Disney ci fu anche la diva tedesca Marlene Dietrich.
Così ben rappresentate le sue sembianze da una statua che Umberto Eco disse: “Tra tutte le donne della storia dell’arte, quella con cui andrei a cena è Uta di Naumburg.” Una dichiarazione che potrebbe suscitare l’invidia di moltissime fanciulle.
Si conoscono poche cose di Uta: si sposò in “tarda età” rispetto alle convenzioni dell’epoca, ovvero a 26 anni con il quarantunenne margravio di Meissen Eccardo II.
I due andarono a vivere nel castello di Albrechtsburg, dove vissero per vent’anni.
Eccardo, ultimo degli Ekkehardinger, alla loro morte a Meissen nel 1046 a causa di un’epidemia, dovette lasciare il margraviato a Guglielmo III di Weimar.
Eccardo prima di morire fece una grossa donazione all’abbazia di Gernrode, retta dalla probabile cognata Hacheza di Ballenstedt.
Furono sepolti nella cattedrale di Naumburg accanto agli antenati di lui, ma le tombe furono in seguito rimosse.
Ormai da tempo la bellezza misteriosa e la grande dignità di questa nobildonna è possibile ammirarla all’interno della cattedrale di Naumburg in mezzo a 12 statue, particolari sculture rappresentati nobili sassoni eseguite tra il 1250 e il 1260 dal “Maestro di Naumburg”.
Queste 12 sculture vogliono rappresentare i fondatori e i benefattori del Duomo vissuti tra il XI e il XII secolo.
Sculture tanto meravigliosamente rappresentate e caratterizzate di un intrinseco mistero e contegno che Uta ed Ekkehard divennero i simboli della tipica coppia tedesca.
“Uta, la sua compagna fiera e regale, tiene con le belle mani sottili due lembi della veste, portandone uno al volto in un gesto di aristocratica ritrosia.” Fu proprio Uta ad essere la più ammirata del gruppo scultoreo divenendo, sotto il periodo nazista, il prototipo della donna ariana e nel secondo dopoguerra celebrata come vera regina contemporanea riprodotta addirittura nei francobolli tedeschi.
Tanto amata in quel periodo dai tedeschi che non venne proprio accettato che la loro “Regina”, icona delle virtù femminili, mestosa fosse stata trasformata in una strega cattiva da Walt Disney tanto che il cartone animato uscito nel 1937 fu proiettato in Germania solo nel 1950.
Uta, un personaggio nella realtà, divenuta una leggenda, un volto mai conosciuto veramente, amata appassionatamente dai suoi devoti, innalzata a Virtù capovolta ed entrata nella finzione reale. UNA VITA LUNGA UN’ETERNITÀ.